Milano da bere

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L'aperitivo a Milano è diventato un rito sociale. C'è chi lo pratica perché è «in» e chi invece ne approfitta per scroccare la cena , a spizzichi e bocconi, al costo di una birra.«Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono "La meringa è un po' sciupata, oggi. Sarà il caldo". Oppure: "E' ora di dare la polvere ai krapfen". Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario» (Stefano Benni, «Bar Sport», Ed. Feltrinelli)C'era una volta il bar sport. E c'erano le vecchie trattorie, le bocciofile e anche i «trani» dove si mangiava e beveva con poche lire. I bar di Milano: riconoscibilissimi perché divulgatori del culto tutto meneghino dell'aperitivo, altrimenti conosciuto come happy hour, tanto celebre da diventare lo slogan della Milano da Bere.Il Rattazzo (via Vetere, angolo Porta Ticinese 83, tel. 02/8372388) è l'eccezione del bar sport. Ai tempi d'oro era il regno dell'ultrasinistra, oggi accoglie sciami di gente anche senza fare dell'happy hour la sua bandiera. L'ambiente è essenziale, le luci al neon, non c'è musica. Eppure il locale è sempre affollato. Tutto merito del menù casereccio e dei prezzi stracciati. Agli antipodi, il Bar Magenta (via Carducci 13, tel. 02/8053802): must dell'ora dell'aperitivo, è il simbolo indiscusso della «Milano da Bere», per milanesi mondani, o presunti tale, di tutte le età. L'ambiente, liberty, ha resistito per oltre un secolo a mode e tendenze: sono rimasti intatti il nome, il bancone circolare ed i soffitti in legno. I cultori della birra conoscono il Microbirrificio Lambrate (via Adelchi 5, tel. 02 70638678) anche con il suo nome orginario: Skunky. Il primo birrificio di Milano è un posticino rustico, easy. La vera ghiottoneria è la birra, artigianale e non pastorizzata. C'è la chiara, la rossa, l'ambrata e la doppio malto: una miscela di malto belga, luppolo tedesco e lievito inglese, prodotta secondo un'antica ricetta bavarese. Per ascoltare buona musica, tappa d'obbligo è Le Scimmie (via Ascanio Sforza 49, tel. 02/89402874). Negli anni Ottanta era il punto di riferimento del jazz innovativo, oggi si ascoltano anche funky e rhythm blues. Anche se l'atmosfera fumosa ed oziosamente ingiallita è tipica del jazz club newyorkese. E poi il barcone ancorato sul Naviglio è decisamente un tocco di classe. In alternativa, il Woodstock (via Ludovico il Moro 3, tel. 02/89120479) prende il nome dal celeberrimo concerto rock del 1969, data di nascita del locale. Di fronte alla chiesa di San Cristoforo, è diventato la meta dei cultori di birra, importata da tutto il mondo, e delle sfiziosità culinarie. Il premio all'originalità va all'ATM (bastioni di Porta Volta 15, tel. 02/6552365). Un tempo era il centro ricreativo dell'Azienda Trasporti Milanese Qualche ritocco, e voilà, l'aperitivo è servito. I muri di vetro e ferro e i colori decisi gli danno un'aria da vecchia signora sofisticata che esagera con il trucco. Nel bel mezzo del traffico cittadino, è meta di modelli e modaioli. Una valida alternativa è il Biblos (via Madonnina 17, tel. 02.8051731). Locale quasi mitico negli anni Settanta e Ottanta, è stato rilevato da Max Mannarelli, già gestore de Le Trattoir (locale prediletto dello scrittore «noir» Andrea G. Pinketts, e meta di artisti più o meno celebri e vip, tel. 02.6686577), che lo ha ristrutturato, e si è trascinato la schiera di - più o meno - attori, artisti e soubrette che affollavano il locale di corso Garibaldi 1.Ottima vetrina per aspiranti celebrità sono il Bugatti (via Bugatti 7, tel. 02.58186262), di proprietà della coppia Alessandra e Fabrizio Ferri. Drink e cibarie bio decisamente sofisticate. E l'immancabile Diana Garden Hotel (viale Piave 42, tel. 02.20581). «Se fai la brava, ti porto al Diana» dicevano un secolo fa alle ragazze di buona famiglia. Perché era l'albergo delle grandi feste, delle sfilate, degli artisti in tournée al Teatro Diana. Almeno una volta bisogna esserci stati, per non fare brutta figura. Le tende tuareg, i lampadari marocchini e i tappeti kilim hanno reso questo lounge il luogo, forse, più «in» per l'aperitivo.Lo snobismo in veste etnica trionfa in Corso Como 10 (tel. 02.29013581), il locale sofisticato che affianca la galleria Carla Sozzani. I prodotti sono naturali, biologici e ricercati. L'ambiente di un'eleganza bohemièn; all'interno del cortile di una caratteristica casa a ringhiera è senz'altro uno dei posti più raffinati di Milano.L'Atomic Bar (via Felice Casati 24, tel. 02.66983152) ha aperto l'era dei locali stravaganti, l'arredamento è fatto di pezzi originali anni Cinquanta e Sessanta, provenienti da un famoso hotel di Saint Moritz. Da anni all'avanguardia, rimane un ambiente informale dove si incontrano artisti e designers. Musica di tendenza e musicisti habitué, come i Cult, Nick Cave, The Hole e Barry White che ha confessato «Non ho mai visto niente di simile».

by ViviMilano

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